sabato 29 aprile 2017

Un ponte tra ragione e sentimento


Lo scorso 23 dicembre 2016, in collaborazione con il Politecnico di Torino, al liceo Ancina si è svolta la prima lezione di un nuovo progetto riguardante il suono e il suo studio dal punto di vista matematico. Prosegue quel percorso già iniziato negli scorsi anni con una serie di attività sperimentali realizzate dalla prof.ssa Castellano con alcuni alunni. Proprio a partire da queste esperienze, la docente di analisi matematiche Valeria Chiadò Piat ha tenuto una conferenza mirata all'approfondimento delle conoscenze riguardanti lo studio grafico e analitico delle onde, in particolare quelle sonore, a cui hanno partecipato gli studenti delle classi quarte e quinte.


Nella seconda parte della mattinata, invece, si è svolto un laboratorio musicale e di vocalità tenuto dal maestro Giorgio Guiot, direttore del coro del Politecnico, in cui i ragazzi hanno potuto misurarsi con le proprie capacità canore ed espressive, osservando le relazioni tra le forme d'onda e i suoni emessi. Il progetto proseguirà ora con un percorso di approfondimento teorico e la realizzazione di attività sperimentali in parte all'interno della scuola, in parte insieme al prof. Elio Miraldi nel laboratorio di fisica dell'università torinese.
Una proposta, dunque, un po' diversa dalla solita rigorosità scientifica tipica di questo percorso di studi, che stimola anche la parte più irrazionale ed emotiva, che educa alla multidisciplinarità, caratteristica ormai fondamentale per affrontare il mondo del lavoro in cui i ragazzi si inseriranno dopo la laurea.

Andrea Fea

giovedì 27 aprile 2017

Tanto per parlare



“NON SONO D’ACCORDO CON QUELLO CHE DICI, MA DAREI LA VITA PERCHE’ TU POSSA DIRLO.” - VOLTAIRE

Oggi, quanti Voltaire conosci che potrebbero dire questa frase?
Quanti insegnanti lo citerebbero in classe? Quanta gente sarebbe disposta a fare ciò che c’è scritto, sapendo di poter sentire idee discordanti dalla sua? Quante istituzioni la userebbero come slogan?
Forse soltanto alcuni sarebbero disposti a battersi per la libertà altrui, che sia essa di stampa, di opinione o di espressione. Perché è più semplice difendere le proprie credenze e le proprie idee, piuttosto che sforzarsi a difendere dei deboli, degli “sfigati”, gente impopolare che non ottiene mai attenzione. Perché schierarsi con quelli e sembrare meno “forti”?
Probabilmente, se ancora oggi c’è gente che non ha le stesse possibilità di esprimersi di altre, l’attuale società ci offre un modello di libertà solamente formale, apparente. Crediamo, di essere davvero liberi nelle nostre scelte, ma se ci si sofferma maggiormente su quelle “regole” che rimangono latenti nella nostra società, scopriamo di non esserlo davvero, e si finisce così per essere influenzati nello scegliere anche quando si ‘sceglie di non scegliere’: se fossimo davvero liberi, nessuno a scuola si scandalizzerebbe per una gonna e la calzamaglia, quando poi sappiamo benissimo che se questo “outfit” andasse di moda, tutti come caprette lo imiteremmo.

Come si potrebbe allora far valere questa bella frase?
La  verità in mano non ce l’ha nessuno, ma forse con piccoli gesti quotidiani qualcosa si può fare: incominciamo con il far valere la nostra opinione, vestiamoci come vogliamo, esprimiamoci come meglio crediamo e condividiamo i nostri pensieri, condanniamo le ingiustizie, lottiamo per i più “deboli” e battiamoci per noi, ma sempre con rispetto, moderazione e tatto, dando la possibilità agli altri di controbattere ed affermarsi, e sperando di poterci confrontare sempre con insegnanti, genitori o amici disposti a farlo (questo è quello che per gli antichi era la “dialettica”).

Sarà una visione utopica e poco realizzabile?
Certamente, esisteranno sempre i ragazzi popolari, i “fighi” che detteranno legge, e gli “sfigati”, gli emarginati, che  staranno fuori dalla società e   la subiranno, e ci sarà sempre moltissima gente più “potente” di noi con cui dovremo avere a che fare tutti i giorni, ma troveremo anche gente più in basso, la quale esige di essere libera, e solo quando la lasceremo esprimersi, potremo pretendere la stessa cosa per  noi.
Jacopo Bertone & Enrica Groppo

Caro diario

Caro diario,
sono qui, lo sto aspettando.
La luce della sera si riflette su questa porta scura, sigillata, non vuole che esca da sola, mi ama.

Caro diario,
sono qui, lo sto aspettando.
La luce oggi è più intensa del solito,le ombre mi catturano.
Quel rosso è simile a quel rossetto così vivo.
Mi manca truccarmi, mi manca sentirmi bella, mi manca esserlo...ma non voglio farlo ingelosire, sono sposata, ho degli obblighi nei suoi confronti.
Mi ama.

Caro diario,
sono qui, lo sto aspettando.
La luce mi confonde.
Le ombre non sono solo più delle ombre stasera.
Vedo una donna, sorride.
Non so dove sia il mio sorriso.
E’ libera e.. cosa ci fai qui?!

Caro diario,
sono qui, lo sto aspettando.
Le ombre oggi sono così tristi.
E’ stata colpa mia, non dovevo lasciare bruciare la cena per delle stupide ombre.
Mi ha colpito solo perchè mi ama.

Caro diario,
sono ancora qui.
non so il perchè ma so che questo non è amore.

Caro diario,
ora che sono fuori,
il tramonto è tutta un’altra cosa.

Mi amo. 

Giorgia Manganiello

Liberi di...

‹Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.››


Questi sono i primi due commi dell'articolo 21 della Costituzione italiana, rinvenibili, all'incirca nella stessa forma, in quasi tutti gli ordinamenti dei moderni Stati di diritto.
Parlando di libertà di stampa, si intende la garanzia che ogni Stato, in coordinamento con gli organi di informazione (giornali, radio, televisioni, Internet), dovrebbe assicurare a tutti i cittadini e alle loro associazioni in quanto a libertà di espressione e di diffusione delle idee.
I cosiddetti “inventori” della libertà di espressione, più che di stampa, furono gli antichi Greci, che permettevano ad ogni cittadino di esprimere la propria opinione durante le assemblee pubbliche dell’agorà. Anche i Romani garantivano questa possibilità, ma il suo utilizzo era circoscritto all’ambito delle istituzioni politiche.
Durante tutto il Medioevo, conclusasi l’esperienza dei Comuni guidati dalla classe borghese – favorevole al diritto all’informazione – l’instaurarsi delle monarchie nazionali porta alla perdita delle conquiste precedenti.
Perché sia coniato il termine “libertà di stampa” si deve aspettare l’Inghilterra di fine ‘600, dove è già presente e si consolida una sofisticata forma di concessioni delle licenze di stampa, rigorosamente controllate dal governo britannico. La Rivoluzione Inglese del 1688 è la rampa di lancio per i successivi movimenti sociali ispirati da John Locke, teorico del liberalismo occidentale, secondo il quale lo Stato non può impedire al popolo l'esercizio di diritti naturali quali la libertà di stampa e di espressione.
Dello stesso periodo storico è l’ Areopagitica” di John Milton, considerata una delle pietre miliari delle proteste contro le censure governative provenienti sia dagli ambienti regi che da quelli curiali e cortesi.
Il concetto fondamentale del suo pensiero consiste nel considerare l'individuo come persona capace di utilizzare la ragione per distinguere il bene dal male, il corretto dall'erroneo. Per poter sviluppare la capacità di esercitare questa abilità razionale nel modo giusto, l'individuo deve avere un accesso illimitato alle idee degli altri suoi concittadini in un “libero ed aperto incontro”.
L’esperienza britannica precede i movimenti che si sviluppano nelle altre zone d’Europa e che producono ripercussioni anche in America e India – entrambe colonie inglesi - con esiti differenti a seconda delle repressioni dei governi locali.
Negli Stati Uniti, per un primo periodo non si afferma alcun genere di nozione riguardante la libertà di stampa, ma c’è la possibilità, per le autorità competenti, di applicare restrizioni qualora gli articoli giornalistici contengano informazioni anti-governative o comunque minaccino posizioni ufficiali su questioni strategiche.
La “libertà di stampa” viene riconosciuta come uno dei pilastri della libertà individuale a seguito di una sentenza del 1735 e successivamente diviene diritto oggetto di tutela grazie alla Costituzione del 1787.
Ma cosa significa oggi “libertà di stampa”?
A ventisei anni dalla Dichiarazione dell'ONU che inserì la libertà di accesso ai mezzi di informazione tra i diritti umani fondamentali, la situazione non è incoraggiante: in molti paesi del mondo la libertà di stampa sta andando incontro ad una “brutale aggressione”, secondo le parole di Reporters Sans Frontières, l'ONG che da tempo si prefigge lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo la difesa di questo diritto.
Ma è necessario distinguere i due diversi scenari nei quali è perpetrata questa aggressione: da una parte, gli stati governati da regimi dittatoriali, riconosciuti o de facto, nei quali i giornalisti rischiano la propria vita o vanno incontro ad arresti arbitrari e torture per aver assunto posizioni dissidenti rispetto a quelle del potere, e dove la stampa si trasforma in strumento di affermazione dell'autoritarismo; dall'altra, quei paesi in cui il diritto all'informazione è, almeno formalmente, riconosciuto e difeso.
Proprio in questi ultimi il rischio di una limitazione della libera manifestazione del pensiero è meno evidente, più subdolo e quindi più rilevante: sebbene la diffusione di Facebook e dei social network permetta di diffondere la cultura del pluralismo attraverso il confronto quotidiano e la condivisione di idee e opinioni, queste piattaforme si trasformano spesso in incubatrici della contro-informazione e del fanatismo – non si può non pensare, in quest'epoca, alla propaganda del terrore alimentata dai gruppi estremisti islamici – a discapito dell'Informazione, quella vera, alla quale viene riservata sempre meno attenzione.
I dati parlano chiaro: sempre secondo RSF, solo in Italia, al 2014, tra i 30 e i 40 giornalisti sarebbero sotto scorta per aver subito minacce di morte o intimidazioni; 43 hanno subito aggressioni fisiche, 7 incendi dolosi alle proprie auto o abitazioni, e moltissimi vanno incontro a procedimenti giudiziari per aver messo in imbarazzo enti o persone “intoccabili”. Queste sono le motivazioni, insieme alla difficoltà per i giornalisti di portare a termine inchieste sulla corruzione, le lobby e il crimine organizzato, che fanno crollare il Belpaese al settantasettesimo posto nella classifica riguardante la libertà di stampa nei paesi del mondo.
Appare quindi chiaro come il diritto alla manifestazione del pensiero, in ogni sua forma, sia oggi minacciato; testate schierate apertamente con governi e partiti ed utilizzate allo scopo di influenzare l'opinione pubblica, giornali sottoposti al ricatto di aziende e multinazionali, pronte a tagliare i fondi destinati all'editoria in caso di pubblicazione di notizie “scomode”, notizie false pubblicate volutamente sui social dove trovano ampia diffusione: sono innumerevoli i fattori di rischio che minano l'oggettività e la correttezza dell’informazione e l'attendibilità delle notizie riportate.
In questo scenario è importante che ognuno di noi si impegni perché la libertà di stampa e di espressione sia garantita a tutti e venga esercitata in modo responsabile affinché il diritto di ricevere, cercare e diffondere informazioni possa costituire una delle basi sulle quali fondare i moderni processi democratici.
Francesco Abrami & Simone Panero

Il coraggio delle donne



Vi sono molte donne prigioniere in casa, che subiscono per anni violenze fisiche e psicologiche dagli uomini. Sono libere di mettere fine a tutto questo, ma sono come legate da catene immaginarie. Queste donne sono come ipnotizzate, gli uomini le convincono che il mondo esterno sia troppo pericoloso, in modo da impedir loro di fuggire. Sono convinte di non potersi mantenere senza un marito che le sostiene economicamente, il mondo le spaventa. Vi sono molte persone a cui potrebbero chiedere aiuto, ma sono bloccate per la paura. I loro uomini per anni e anni hanno approfittato di loro pensando che fosse giusto, poiché ritengono la donna un essere inferiore.

Supponiamo, in questa storia, che le donne di una intera comunità abbiano vissuto in questa condizione... una situazione che continuò fino a quando una di loro, non credendo a ciò che le raccontava il marito, uscì di casa mentre lui era al lavoro. Fece una lunga passeggiata e constatò che in realtà il mondo non era come le era stato descritto. Vide poi un annuncio per un lavoro come commessa, e venne assunta. Ogni giorno andò a lavorare mentre il marito non c’era, finché non riuscì ad avere abbastanza soldi per poter affittare una casa per conto proprio. La sua storia venne scritta su tutti i giornali, presentata come una strana curiosità, e molte donne la lessero. Per molte di loro fu rivelatoria e la presero come modello; trovarono così la forza di ribellarsi ai mariti, rendendosi conto che tutto quello in cui avevano sempre creduto era un’enorme bugia inventata dagli uomini. Questi, per placare la furia delle donne, che si ribellavano in gran numero, accettarono l’uguaglianza tra i due sessi. Anche se non tutte credettero alla storia della coraggiosa donna che aveva disobbedito al marito, ritenendo che fosse una leggenda, e anche se non tutti gli uomini accettarono di riconoscere l'uguaglianza fra i sessi, al giorno d’oggi la maggior parte delle donne di quella comunità viene rispettata dagli uomini. Inoltre si tengono manifestazioni e giornate dedicate alla violenza sulle donne, per far sì che un giorno tutte, senza esclusione, possano essere libere.

Sara Arcidiacono


Oroscopo aprile

TRE COSE CHE PUOI FARE PER FAR SORRIDERE UN…

ARIETE ♈️

  • Fagli un complimento sincero, specialmente riguardo ad un lavoro che ha svolto
  • Portalo fuori a fare qualcosa, anche semplice, purché sia divertente
  • Mandagli un messaggio o chiamalo per far sapere che stai pensando a lui


TORO ♉️

  • Elencagli le cose fatte da lui che ti hanno reso felice
  • Sorprendilo con qualcosa di carino e rilassante, come un massaggio
  • Portalo in uno dei suoi ristoranti preferiti (ama molto il cibo)


GEMELLI ♊️

  • Fagli sapere che lo capisci (spesso si sente incompreso)
  • Portalo in posti speciali e dimostragli che anche solo voi due insieme state molto bene
  • Mandagli messaggi dolci e significativi (è sempre al telefono, li vedrà subito)


CANCRO ♋️

  • Dagli un ricordo come una fotografia o un bigliettino che possa guardare e apprezzare nel tempo, ama i ricordi
  • Offrigli un abbraccio se lo vedi un po’ giù; a volte ha bisogno di tanto affetto
  • Auto-invitati a casa sua per una serata divertente, ama stare in casa ed avere un po’ di compagnia


LEONE ♌️

  • Fagli un complimento sincero (e non per forza sul suo look)
  • Dimostragli che gli dai la tua attenzione e complimentati per un cambiamento che ha avuto nell’ultimo periodo
  • Sorprendilo con un regalo fatto col cuore, anche se non sembra, ama quando le persone a cui tiene dimostrano i loro sentimenti


VERGINE ♍

  • Fagli sapere che apprezzi qualcosa che ha fatto per te, gli piace aiutare gli altri
  • Regalagli un buono per un negozio che adora
  • Prendi un po’ del tuo tempo per curarti di lui, portagli qualcosa da mangiare


BILANCIA ♎️

  • Fagli sapere che stai programmando qualcosa solo per lui e te ma diglielo con anticipo, deve prepararsi per bene
  • Sono le piccole cose che lo rendono felice, purché provengano dal cuore
  • Portalo a fare un giro… che includa lo shopping!


SCORPIONE ♏️

  • Assicuralo che si può fidare di te con le tue parole e azioni
  • Parlagli di ciò che gli piace, qualcosa che lo interessa, così che possa esprimere le sue opinioni
  • Supporta i suoi sogni e incoraggialo


SAGITTARIO ♐️

  • Invitalo ad uscire per divertirsi.. e porta qualcosa da bere!
  • Inviagli un messaggio divertente che solo tu e lui potete capire, apprezzerà anche durante una brutta giornata
  • Rispetta e apprezza il suo sforzo in qualcosa che fa con passione


CAPRICORNO ♑️

  • Dimostragli un goccio di affetto, senza esagerare, il giusto per condividere un po’ di amore!
  • Aiutalo in qualcosa che deve portare a termine o con cui ha avuto difficoltà
  • Sii una bomba! Più il tuo comportamento sarà esuberante, più saranno felici!


ACQUARIO ♒️

  • Fagli sapere che ci sei per lui, che ti interessi e ti assicuri che stia bene
  • Dagli qualcosa di unico, fuori dagli schemi, degno della sua eccentricità
  • Stimolalo mentalmente


PESCI ♓️

  • Organizza qualcosa che lo faccia rilassare
  • Riporta alla luce qualche vecchio ricordo divertente
  • Fagli sapere che sta facendo un buon lavoro, magari riferendoti a qualcosa in particolare

 Marta Sanero & Nicola Cogliano

mercoledì 26 aprile 2017

La disinformazione volontaria può mettere a rischio la democrazia?


La linea che separa la democrazia dalla sua degenerazione in demagogia è più sottile di quanto si creda.
La democrazia, che oggigiorno è comune a gran parte del mondo, si basa su determinati principi di uguaglianza giuridica e attribuzione di diritti e doveri sanciti da una costituzione e non dalla volontà di una singola persona. Questo è il frutto di una battaglia per la libertà durata secoli, che ha coinvolto intere generazioni che con tenacia hanno lottato per il diritto di scegliere e per dar voce alle esigenze di tutti.
Al giorno d’oggi la libertà, considerata in tutte le sue forme come libertà di stampa, opinione, parola e religione, è una meta ormai raggiunta e assimilata nella quotidianità di ognuno, ed è proprio questa “abitudine alla libertà” a renderla per molti una prerogativa scontata.
Ogni volta che si vuole far valere la propria opinione, si prende posizione restando coerenti al proprio pensiero, senza temere ripercussioni; si scrive e si pubblica tutto ciò che si è in grado di pensare, anche se si discosta dal pensiero di molti. Chiunque voglia fare della satira gratuita ha il diritto di farlo, come una qualsiasi persona ha il diritto di entrare indifferentemente in una chiesa, sinagoga o moschea perché ha la facoltà di scegliere di credere nella fede che ritiene più giusta. Siamo tutti talmente assuefatti all’idea di libertà da dimenticarci che, come ogni grande conquista, anche questa va difesa da tutto ciò che potrebbe metterla in discussione. L’unica arma a nostra disposizione per salvaguardare un bene tanto prezioso, è l’informazione.
È tanto un diritto quanto un dovere essere al corrente degli avvenimenti che ci circondano, dalla politica interna a quella estera, al fine di sviluppare un proprio senso critico. Il fatto di essere quotidianamente “bombardati” da miliardi di notizie, da radio, televisione, giornali e internet, rende indispensabile lo sviluppo in ognuno di noi della facoltà di distinguere ciò che di veritiero possa contribuire a formare la nostra coscienza personale, da ciò che è stato sapientemente manipolato da chi ne trae vantaggio, al fine di garantirsi il favore di tutti.
Per quanto i mass media abbiano la tendenza ad omettere informazioni cruciali, dando rilievo ad altre meno importanti, buona parte della colpa della crescente disinformazione è riconducibile a noi. Si parla, infatti, di “disinformazione volontaria” quando non prendiamo atto di ciò che ci circonda e preferiamo “lavarci le mani” dalle nostre responsabilità in quanto cittadini di uno Stato democratico che, per definizione, affonda le radici sulla volontà del popolo. Non compriamo più giornali perché leggiamo di sfuggita i titoli dei quotidiani al bar, non ci impegniamo a formarci un’idea personale dal momento che c’è chi pensa per noi ed è in grado di “venderci” le proprie idee, tutto questo perché il ritmo di una vita frenetica rende il personale impegno politico di ognuno una necessità secondaria. E mentre da un lato calano drasticamente le vendite di giornali, dall’altro cresce lo share di programmi di dibattito televisivo, in cui due o più rappresentanti di partiti politici emergenti fanno a gara per convincere il maggior numero di persone a sostenerle, il tutto nel clima di liti accese e disorganizzazione generale. Affidarsi ciecamente alle parole pronunciate da un politico pagato per ripetere frasi efficaci in televisione o su articoli o video pubblicati sui social network (in cui chiunque diventa, nel giro di un secondo, un grande esperto di strategie politiche) non può essere in alcun modo considerato una forma di informazione, perché se manca la consapevolezza dei fatti storici, politici e culturali che continuano a susseguirsi e a influenzare la realtà del paese, non si può criticamente distinguere ciò che è il frutto di un ragionamento consapevole e sensato da ciò che è pura propaganda politica.
La conseguenza più negativa della crescente disinformazione è che siamo consapevoli di non avere le conoscenze tali da fare delle scelte ragionate, ma andiamo comunque a votare e contribuiamo a scrivere il futuro del nostro Paese in un’ignoranza di fondo.  Sottovalutiamo l’importanza di una croce su una scheda elettorale come quella di un articolo di giornale di uno studioso o di un esperto di politica e diamo per scontato che proprio la politica sia un nostro diritto.

Se durante i regimi dittatoriali del Novecento come lo Stalinismo, il Nazismo o il Fascismo, il monopolio dell’informazione da parte del governo rendeva impossibile sviluppare un pensiero diverso da quello dello schieramento politico in carica, oggi abbiamo il dovere di difendere la democrazia così tanto desiderata con ogni mezzo a nostra disposizione, cominciando proprio dalla lettura dei quotidiani, per arrivare poi alla scelta consapevole di ognuno di noi.
Virginia Pelissero 


L’ECCIDIO

Spiriti spenti
che vivete
nei nostri cuori,
fate che il vostro
urlo nero
rimbombi nelle
nostre menti e
che ricordi a noi
il vostro rosso sacrificio.
Noi uniti
Vi commemoriamo:
ché  il vostro gesto
si ricordi
come il nostro nome.


Federico Fornaseri