venerdì 26 maggio 2017

Riflesso

Ed è quando mi guardo allo specchio
Che vedo ora il mio Riflesso
Solo una ragazza mi sento adesso
Ma nei miei occhi un lampo vecchio.

Le mie mani e i miei piedi
Hanno le poche radici che vedi
Ma ci sono ancora
 e sono più forti ogni ora

Io voglio spaccare il mondo
Scrivere e vivere
Non sprecando un secondo
E insieme poi ridere

Guardami, guardati
E poi sorridi
Io ora sono più forte
Le mie ali ora sono risorte.

Spezzerò le catene
Sopporterò tutte le pene
Voglio volare sempre più in alto
E innalzare questo mio canto

Le mie mani si tendono al cielo
Dimmi ora se tutto era vero.
Io ho vissuto in parallelo
E poco dopo tutto era nero.
  
Tu mi hai uccisa, ferita, umiliata
E credimi mi sarei vendicato
Ma vendetta più dolce non c’è
Che essere finalmente felice senza di te.

Valery Botta


Liberi liberi (libertà di stampa)pt. 2

I nuovi mezzi di comunicazione moderna, come ad esempio Internet, impediscono sempre più il contatto o le esperienze con altre persone, ma sono sempre più evoluti e sviluppati tanto da influenzare profondamente le nostre conoscenze e condizionare il nostro modo di scrivere e, sicuramente, la nostra libertà di leggere senza esserne del tutto consapevoli.
Il ruolo principale dei mass-media, come emerge dalla parola stessa, è quello di diffondere messaggi ed informazioni ad un vasto pubblico. Per questo motivo nella società moderna possono apparire come un vantaggio, poiché ci permettono di essere aggiornati ed informati su tutto ciò che avviene nel mondo in tempo reale e in qualsiasi luogo noi ci troviamo. Ma il problema è rappresentato dal fatto che spesso sono gestiti da persone di grande importanza che li utilizzano per interessi personali, per fornire una visione distorta della società, che può apparire più credibile e quindi influenzare l’opinione della popolazione. Come riportato nell’articolo di Gigio Rancilio del 19 novembre scorso, ad esempio le elezioni del nuovo presidente americano sono state molto condizionate dalle pubblicazioni di notizie su siti web o trasmissioni in televisione che favorivano o svantaggiavano l’uno o l’altro candidato, anche se queste ultime potevano anche essere informazioni scorrette. Appunto per questo si può parlare di manipolazione da parte dei mass-media che influenzano il pensiero delle persone, rendendole anche poco libere nel leggere ad esempio ciò che ritengono più opportuno, poiché  tutto ciò che viene diffuso induce l’uomo verso direzioni già stabilite , per cui ad esempio si diffonde una certa moda, si è condizionati nel modo di vestire, mangiare ecc.
Allo stesso modo possiamo non sentirci completamente liberi di leggere certe notizie, perché appunto i  nuovi mezzi di comunicazione tendono a soffermarsi su alcuni particolari che possono risultare di forte impatto per i lettori, escludendo altri aspetti. Ciò crea un fenomeno che è definito in psicologia come “euristica della disponibilità”, cioè il meccanismo per cui, per particolari caratteristiche, alcuni eventi ci appaiono maggiormente rilevanti. Ad esempio le persone, in base ai dettagli delle notizie fornite loro, tendono a sovrastimare il numero di morti provocati da disastri aerei rispetto a quelli dovuti a incidenti stradali, solo perché la catastrofe aerea ha una maggiore risonanza mediatica rispetto agli incidenti che accadono ogni giorno su strada.
Viviamo quindi nell’epoca in cui siamo vincolati dal punto di vista della libertà di pensiero, di lettura, ma anche nella conoscenza, poiché i mezzi di comunicazione attuale ci offrono, secondo lo studio di alcuni sociologi, informazioni sul mondo che ci circonda, ma non vera e propria conoscenza, perché non vengono spiegate le profonde ragioni che stanno dietro ai fatti. Ciò non significa che i mass-media non possono aiutarci a conoscere veramente il mondo in cui viviamo, ma devono fungere da stimoli per approfondire le nostre conoscenze, per poter comprendere ciò che è vero da ciò che non lo è e quindi permetterci di non creare false  convinzioni. Per questo si dice che i mass-media provochino un knowledge gap, o divario conoscitivo, per cui si creano differenze tra le persone che sono stimolate a cercare di capire ciò che le circonda e quelle che si adagiano in una visione superficiale della realtà.
Quindi coloro che possono trarre maggiore vantaggio dai media sono quelle più acculturate, che hanno le capacità di scegliere le informazioni più giuste e quindi difendersi da una visione manipolata della società e dalla disinformazione. Ma allo stesso tempo non solo sono più libere di leggere, ma anche di scrivere, perché, così come sono condizionate dalle informazioni che provengono da Internet, nel modo di comportarsi, nello stile di vita, lo sono anche nei modi di scrivere, poiché sono indotte a parlare di ciò che interessa maggiormente la gente, a seguire il loro pensiero, appunto  influenzato dalla società moderna, per avere riscontri positivi e di conseguenza anche dei guadagni.
Per ciò penso che la nostra cultura attuale sia molto condizionata dalle nuove tecnologie e da Internet, che possono avere caratteristiche positive e negative, ma è fondamentale una cultura personale approfondita e, come riteneva il sociologo statunitense Mills, è necessario essere capaci di distacco ed essere attenti all’invisibile. Per questo occorre osservare i fatti in base al proprio pensiero e alla propria opinione e non considerare solo ciò che si riscontra facilmente con la visione collettiva della società, ma appunto avere un proprio giudizio critico.
 Dotto Laura, 3° B s.u.

La disinformazione volontaria può mettere a rischio la democrazia? pt.2

La principale peculiarità di un governo democratico è la rappresentazione diretta, tramite il voto, della volontà popolare. Per questo motivo, essendo l’operato del governo eletto rivolto a garantire l’interesse degli elettori, il fattore più importante della vita politica dovrebbe essere l’informazione data ai cittadini, che costituisce il tramite indispensabile per la loro partecipazione. Per questo motivo, il pericolo più consistente per un paese democratico è la disinformazione, poiché porta all'esclusione dei cittadini dalla politica, rendendo i nostri rappresentanti una classe elitaria, lontana dalla nostra vita.
Con ironia Giovanni Sartori, politologo e sociologo italianoaffermava: “In nessuna teoria democratica si mette in dubbio il fatto che una delle caratteristiche di una dittatura sia il monopolio dell’informazione”. In questa frase, vi è un messaggio di sensibilizzazione sulla necessità che i sistemi democratici odierni facciano autocritica riguardo al tema dell’informazione, poiché se così non avvenisse potrebbe crearsi il rischio di tendenze monopolizzatrici nella diffusione delle notizie.
Con l’avvento dei giornali digitali sono calati gli acquisti di quelli cartacei. La diffusione delle informazioni sul web, il quale ha come caratteristiche fondamentali la velocità e l’impatto visivo delle notizie con slogan, immagini e riassunti, ha portato la gente ad accontentarsi di un’informazione approssimativa, anche se più diffusa. Il rischio di questo sistema è quello di rendere possibile la trasmissione di messaggi demagogici a molte più persone, senza dare loro la possibilità di critica, poiché privi di contenuti approfonditi. Le strategie politiche di persuasione hanno da sempre fatto leva sulle manchevolezze del popolo. Infatti, le “generazioni digitali”, essendo nate con la disponibilità delle illimitate facilitazioni di internet, hanno globalmente la tendenza verso una “disinformazione volontaria” ed essa rappresenta un fenomeno culturale che andrebbe affrontato con più considerazione da chi ha responsabilità sociali e politiche, invece di essere sfruttato. Le generazioni che ora non vengono coinvolte nelle scelte politiche si ritroveranno un giorno a dover difendere i loro diritti democratici senza una adeguata esperienza e senza il supporto delle generazioni che le hanno precedute.
Io credo che si debba investire sulla democrazia del futuro necessariamente implementando i sistemi di informazione e di partecipazione, proprio grazie alle risorse digitali, le quali offrono possibilità di coinvolgimento impensabili all’epoca nella quale sono nati gli attuali sistemi democratici. Per questo motivo è di fondamentale importanza il coinvolgimento dei giovani, al fine di aggiornare la nostra democrazia secondo le loro necessità e soprattutto secondo l’evoluzione della nostra cultura.
Fabrizio Galaverna

Fede e Ragione pt.2

Questo è un tema molto delicato e per questo deve essere affrontato non solo utilizzando discorsi filosofici e rifacendosi al passato, ma buttando un occhio alla realtà e alla nostra coscienza.
Prima di tutto è bene dare una definizione di Chiesa: “comunità di cristiani che professano la fede e la dottrina di Cristo” (Dizionario Olivetti). Il termine deriva dalla parola greca Εκκλεσια (Ekklesía), che significa "assemblea” o “color che sono convocati”. Perché però, quando parliamo di Essa, ci riferiamo al clero o agli edifici? La Chiesa siamo noi cristiani, la chiesa sei tu che stai leggendo, indipendentemente da ciò che fanno e dicono gli altri. È troppo facile delegare al clero il compito di rappresentare Dio e stare a giudicare gli sbagli che esso compie; è comodo essere cristiani solo ogni tanto facendo, come si dice, “di tutta l’erba un fascio”.

Al mondo esistono consacrati che per noi non possono che essere un esempio: non sono ricchi, anzi sanno donare tutto con gioia, senza stancarsi mai. Accolgono chi soffre, cercano e aiutano chi si è smarrito. Non vivono sotto i riflettori ma nel cuore della gente e di Dio grazie all’amore che offrono al mondo. È vero che forse non possono capire bene cosa vuol dire farsi una famiglia, ma ne esistono alcuni che sanno essere padri e madri più di tanti genitori.
Purtroppo però ci si sofferma di più sulle azioni negative del clero perché sono quelle che fanno più scalpore. Ma perché ci scandalizziamo per un anello d’oro e accettiamo gli stipendi spropositati che riceve chi fa determinati lavori? È vero gli uomini di Chiesa dovrebbero essere esempio di umiltà e povertà, ma quante volte noi non lo siamo? Non centra essere laici o consacrati, dal momento che siamo cristiani, infatti, siamo chiamati anche noi ad essere in un determinato modo che però spesso viene meno a causa della nostra condizione umana di fragilità. Nel libro “La vita di Galileo” di B. Brecht, dopo che il noto scienziato teorizzò che l’universo non gira attorno alla terra, gli venne chiesto dove fosse Dio nel suo sistema dell’universo e la sua risposta fu: “In noi, o in nessun luogo!”. È impressionante la fiducia che questo uomo aveva in Dio, nonostante tutto ciò che dovette subire a causa della chiesa.
Purtroppo spesso si parla senza conoscere bene la persona o la cosa che abbiamo di fronte. La Chiesa è stata ed è tuttora maschilista, ma in nessun libro e in nessuna filosofia è presente un Dio che ha saputo donare anche alla donna una dignità così bella. Un esempio può essere il fatto che le prime a vedere e riconoscere Gesù dopo la resurrezione siano proprio state donne e che a loro sia stato affidato il compito di portare questo messaggio, come a dire che il sesso femminile ha un cuore capace di intuire il bello della vita, molto più di un uomo.
Nessuno può dimostrare che Dio esista, come nessuno può dimostrare il contrario. In ogni caso Egli non deve essere concepito come una risposta ai perché della gente. Ci sono tante cose che non si potranno mai spiegare, cose che invece è bello gustare con stupore, a volte vivere con fatica e dolore. Non è vero che la scienza ci spiega tutto: oggi più che mai, la scienza ammette tanti suoi limiti e sbagli, come la fede. Dovremmo essere tutti più umili e rispettosi nei confronti dell’altro, senza chiederci chi ha ragione, ma aiutandoci tutti a costruire un mondo migliore. Chi con il suo Dio e chi senza, ma tutti togliendo dalla nostra mente la pretesa di poter spiegare tutto del mondo e della vita, perché la vita è bella proprio per questo: perché la puoi scoprire ogni giorno, con la ragione, con la fede, e soprattutto con il cuore.
  Caula Giulia 

venerdì 19 maggio 2017

I nuovi Mass Media


Mass media e giudizio critico

I nuovi mezzi di comunicazione moderna si sono sempre più evoluti e sviluppati tanto da influenzare profondamente le nostre conoscenze e condizionare quindi il nostro modo di scrivere e sicuramente la nostra libertà di leggere, senza che ne siamo del tutto consapevoli.
Il ruolo principale dei mass-media, come emerge dalla parola stessa, è quello di diffondere messaggi, informazioni ad un vasto pubblico. Per questo motivo nella società moderna possono apparire come un vantaggio, poiché ci permettono di essere aggiornati ed informati su tutto ciò che avviene nel mondo in tempo reale e in qualsiasi luogo noi ci troviamo. Ma il problema è rappresentato dal fatto che spesso sono gestiti da persone di grande importanza che li utilizzano per interessi personali, per fornire una visione distorta della società, che può apparire più credibile e quindi influenzare l’opinione della popolazione. Ad esempio, le elezioni del nuovo presidente americano sono state molto condizionate dalle pubblicazioni di notizie su siti web o trasmissioni in televisione che favorivano o svantaggiavano l’uno o l’altro candidato, anche se queste ultime potevano anche essere informazioni scorrette. Appunto per questo si può parlare di manipolazione da parte dei mass-media che influenzano il pensiero delle persone, rendendole anche poco libere nel leggere ad esempio ciò che ritengono più opportuno, poiché  tutto ciò che viene diffuso induce l’uomo verso direzioni già stabilite , per cui ad esempio si diffonde una certa moda, si è condizionati nel modo di vestire, mangiare ecc.
Allo stesso modo possiamo non sentirci completamente liberi di leggere certe notizie, perché appunto i  nuovi mezzi di comunicazione tendono a soffermarsi su alcuni particolari che possono risultare di forte impatto per i lettori, escludendo altri aspetti. Ciò crea un fenomeno che è definito in psicologia come “euristica della disponibilità”, cioè il meccanismo per cui, per particolari caratteristiche, alcuni eventi ci appaiono maggiormente rilevanti. Ad esempio le persone, in base ai dettagli delle notizie fornite loro, tendono a sovrastimare il numero di morti provocati da disastri aerei rispetto a quelli dovuti a incidenti stradali, solo perché la catastrofe aerea ha una maggiore risonanza mediatica rispetto agli incidenti che accadono ogni giorno su strada.
Viviamo quindi nell’epoca in cui siamo vincolati dal punto di vista della libertà di pensiero, di lettura, ma anche nella conoscenza, poiché i mezzi di comunicazione attuali ci offrono, secondo lo studio di alcuni sociologi, informazioni sul mondo che ci circonda, ma non vera e propria conoscenza, perché non vengono spiegate le profonde ragioni che stanno dietro ai fatti. Ciò non significa che i mass-media non possono aiutarci a conoscere veramente il mondo in cui viviamo, ma devono fungere da stimoli per approfondire le nostre conoscenze, per poter comprendere ciò che è vero da ciò che non lo è e quindi permetterci di non creare false  convinzioni. Per questo si dice che i mass-media provochino un knowledge gap, o divario conoscitivo, per cui si creano differenze tra le persone che sono stimolate a cercare di capire ciò che le circonda e quelle che si adagiano in una visione superficiale della realtà.
Quindi coloro che possono trarre maggiore vantaggio dai media sono quelle più acculturate, che hanno le capacità di scegliere le informazioni più giuste e quindi difendersi da una visione manipolata della società e dalla disinformazione. Ma allo stesso tempo non solo sono più libere di leggere, ma anche di scrivere, perché, così come sono condizionate dalle informazioni che provengono da Internet, nel modo di comportarsi, nello stile di vita, lo sono anche nei modi di scrivere, poiché sono indotte a parlare di ciò che interessa maggiormente la gente, a seguire il loro pensiero, appunto  influenzato dalla società moderna, per avere riscontri positivi e di conseguenza anche dei guadagni.
Per ciò penso che la nostra cultura attuale sia molto condizionata dalle nuove tecnologie e da Internet, che possono avere caratteristiche positive e negative, ma è fondamentale una cultura personale approfondita e, come riteneva il sociologo statunitense Mills, è necessario essere capaci di distacco ed essere attenti all’invisibile. Per questo occorre osservare i fatti in base al proprio pensiero e alla propria opinione e non considerare solo ciò che si riscontra facilmente con la visione collettiva della società, ma appunto avere un proprio giudizio critico.

Laura Dotto

Eravamo felici e contenti...

Sin da piccola ho sempre avuto uno scopo. Come diceva mia mamma: da grande troverai un marito e, insieme a lui, costruirai una famiglia che non lascerai mai e ti supporterà sempre. Sono cresciuta in questa realtà. Non so se per di mia iniziativa avrei scelto una vita diversa. Loro hanno deciso per me e io non avrei mai potuto deluderli.
Io non sono una di quelle ragazze che tutti definirebbero bella e popolare ma, per mia fortuna, a 25 anni ho incontrato un ragazzo che si è innamorato di me. Certo, non è un amore come di quelli di cui si parla nei film… lui non mi tratta come se fossi l’unica al mondo, anzi a volte sembra proprio non ricordarsi di me, ma non è colpa sua, è sempre così impegnato e stressato…
Mia mamma ogni tanto mi domanda: “Quando arriveranno i miei nipotini?”. Ha anche ragione; ormai il tempo sta passando e non mi posso permettere di perdere questa occasione. Ho parlato con Paolo ed è d’accordo, ci proveremo.

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Ormai sono passati due mesi ma non riesco a rimanere incinta. Domani andremo dal ginecologo, ho paura di essere io quella sbagliata.

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Le mie paure sono diventate realtà: ieri non è andata bene, ho fatto delle analisi ed ho scoperto di non poter avere figli. Appena il medico ce lo ha comunicato, a Paolo sono venute le lacrime agli occhi e non mi ha più rivolto una parola. A casa mi ha tirato due ceffoni facendomi finire a terra, e una volta a terra due calci da farmi perdere il fiato. Ne ho parlato con mia madre e sono d’accordo con lei: non è colpa sua, l’ho  privato del suo sogno, tutti avrebbero reagito così. E' colpa mia.
Ormai io e Paolo non parliamo più, io non esco più. Da quando è successo il fattaccio non oso più contraddirlo, non voglio dargli altri dispiaceri. Ho deciso di non uscire più con le mie amiche, lui è sempre così geloso. Ho deciso di lasciare il lavoro, devo stare a casa a prendermi cura di lui.

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Ormai è passato un anno.
Oggi sono uscita, lui era in ufficio. Per strada ho incontrato una donna: neppure la conoscevo, mi sono fidata del sorriso. Del resto non riuscivo più a tenermi tutto dentro: le ho raccontato ogni cosa.
Per la prima volta, ho trovato qualcuno che mi ha detto che non è colpa mia.

Quando ci siamo salutate, ho deciso di andarmene di casa. Ho fatto la valigia di corsa e sono scappata via.
Mentre il treno mi porta via, non so dire dove andrò e chi incontrerò. Ho cominciato col ritrovare me stessa, il resto di certo verrà. 

Beltramo Beatrice
 


ARRIVERÀ LA FELICITÀ

La felicità arriverà
quando si aprirà il cuore
e non svanirà ma rimarrà
a scaldare con il suo calore.
La gente aiuterà
a scoprire lo stupore
nel momento in cui racconterà
l’emozione dell’amore,
allora sì, che contagerà
attraverso il suo ardore.
Sincerità e umiltà trasmetterà
mentre scorrono le ore.
La felicità allontanerà
il dolore con il suo colore
e con sé porterà
armonia e pace interiore.