venerdì 26 maggio 2017

Fede e Ragione pt.2

Questo è un tema molto delicato e per questo deve essere affrontato non solo utilizzando discorsi filosofici e rifacendosi al passato, ma buttando un occhio alla realtà e alla nostra coscienza.
Prima di tutto è bene dare una definizione di Chiesa: “comunità di cristiani che professano la fede e la dottrina di Cristo” (Dizionario Olivetti). Il termine deriva dalla parola greca Εκκλεσια (Ekklesía), che significa "assemblea” o “color che sono convocati”. Perché però, quando parliamo di Essa, ci riferiamo al clero o agli edifici? La Chiesa siamo noi cristiani, la chiesa sei tu che stai leggendo, indipendentemente da ciò che fanno e dicono gli altri. È troppo facile delegare al clero il compito di rappresentare Dio e stare a giudicare gli sbagli che esso compie; è comodo essere cristiani solo ogni tanto facendo, come si dice, “di tutta l’erba un fascio”.

Al mondo esistono consacrati che per noi non possono che essere un esempio: non sono ricchi, anzi sanno donare tutto con gioia, senza stancarsi mai. Accolgono chi soffre, cercano e aiutano chi si è smarrito. Non vivono sotto i riflettori ma nel cuore della gente e di Dio grazie all’amore che offrono al mondo. È vero che forse non possono capire bene cosa vuol dire farsi una famiglia, ma ne esistono alcuni che sanno essere padri e madri più di tanti genitori.
Purtroppo però ci si sofferma di più sulle azioni negative del clero perché sono quelle che fanno più scalpore. Ma perché ci scandalizziamo per un anello d’oro e accettiamo gli stipendi spropositati che riceve chi fa determinati lavori? È vero gli uomini di Chiesa dovrebbero essere esempio di umiltà e povertà, ma quante volte noi non lo siamo? Non centra essere laici o consacrati, dal momento che siamo cristiani, infatti, siamo chiamati anche noi ad essere in un determinato modo che però spesso viene meno a causa della nostra condizione umana di fragilità. Nel libro “La vita di Galileo” di B. Brecht, dopo che il noto scienziato teorizzò che l’universo non gira attorno alla terra, gli venne chiesto dove fosse Dio nel suo sistema dell’universo e la sua risposta fu: “In noi, o in nessun luogo!”. È impressionante la fiducia che questo uomo aveva in Dio, nonostante tutto ciò che dovette subire a causa della chiesa.
Purtroppo spesso si parla senza conoscere bene la persona o la cosa che abbiamo di fronte. La Chiesa è stata ed è tuttora maschilista, ma in nessun libro e in nessuna filosofia è presente un Dio che ha saputo donare anche alla donna una dignità così bella. Un esempio può essere il fatto che le prime a vedere e riconoscere Gesù dopo la resurrezione siano proprio state donne e che a loro sia stato affidato il compito di portare questo messaggio, come a dire che il sesso femminile ha un cuore capace di intuire il bello della vita, molto più di un uomo.
Nessuno può dimostrare che Dio esista, come nessuno può dimostrare il contrario. In ogni caso Egli non deve essere concepito come una risposta ai perché della gente. Ci sono tante cose che non si potranno mai spiegare, cose che invece è bello gustare con stupore, a volte vivere con fatica e dolore. Non è vero che la scienza ci spiega tutto: oggi più che mai, la scienza ammette tanti suoi limiti e sbagli, come la fede. Dovremmo essere tutti più umili e rispettosi nei confronti dell’altro, senza chiederci chi ha ragione, ma aiutandoci tutti a costruire un mondo migliore. Chi con il suo Dio e chi senza, ma tutti togliendo dalla nostra mente la pretesa di poter spiegare tutto del mondo e della vita, perché la vita è bella proprio per questo: perché la puoi scoprire ogni giorno, con la ragione, con la fede, e soprattutto con il cuore.
  Caula Giulia 

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