I nuovi mezzi di comunicazione moderna, come ad esempio Internet,
impediscono sempre più il contatto o le esperienze con altre persone, ma sono
sempre più evoluti e sviluppati tanto da influenzare profondamente le nostre
conoscenze e condizionare il nostro modo di scrivere e, sicuramente, la
nostra libertà di leggere senza esserne del tutto consapevoli.
Il ruolo principale dei mass-media, come emerge dalla parola
stessa, è quello di diffondere messaggi ed informazioni ad un vasto pubblico. Per
questo motivo nella società moderna possono apparire come un vantaggio, poiché
ci permettono di essere aggiornati ed informati su tutto ciò che avviene nel
mondo in tempo reale e in qualsiasi luogo noi ci troviamo. Ma il problema è
rappresentato dal fatto che spesso sono gestiti da persone di grande importanza
che li utilizzano per interessi personali, per fornire una visione distorta
della società, che può apparire più credibile e quindi influenzare l’opinione
della popolazione. Come riportato nell’articolo di Gigio Rancilio del 19
novembre scorso, ad esempio le elezioni
del nuovo presidente americano sono state molto condizionate dalle
pubblicazioni di notizie su siti web o trasmissioni in televisione che
favorivano o svantaggiavano l’uno o l’altro candidato, anche se queste ultime
potevano anche essere informazioni scorrette. Appunto per questo si può parlare
di manipolazione da parte dei mass-media che influenzano il pensiero delle
persone, rendendole anche poco libere nel leggere ad esempio ciò che ritengono
più opportuno, poiché tutto ciò che
viene diffuso induce l’uomo verso direzioni già stabilite , per cui ad esempio
si diffonde una certa moda, si è condizionati nel modo di vestire, mangiare
ecc.
Allo stesso modo possiamo non sentirci completamente liberi
di leggere certe notizie, perché appunto i
nuovi mezzi di comunicazione tendono a soffermarsi su alcuni particolari
che possono risultare di forte impatto per i lettori, escludendo altri aspetti.
Ciò crea un fenomeno che è definito in psicologia come “euristica della
disponibilità”, cioè il meccanismo per cui, per particolari caratteristiche,
alcuni eventi ci appaiono maggiormente rilevanti. Ad esempio le persone, in
base ai dettagli delle notizie fornite loro, tendono a sovrastimare il numero
di morti provocati da disastri aerei rispetto a quelli dovuti a incidenti
stradali, solo perché la catastrofe aerea ha una maggiore risonanza mediatica
rispetto agli incidenti che accadono ogni giorno su strada.
Viviamo quindi nell’epoca in cui siamo vincolati dal punto
di vista della libertà di pensiero, di lettura, ma anche nella conoscenza,
poiché i mezzi di comunicazione attuale ci offrono, secondo lo studio di alcuni
sociologi, informazioni sul mondo che ci circonda, ma non vera e propria
conoscenza, perché non vengono spiegate le profonde ragioni che stanno dietro
ai fatti. Ciò non significa che i mass-media non possono aiutarci a conoscere
veramente il mondo in cui viviamo, ma devono fungere da stimoli per
approfondire le nostre conoscenze, per poter comprendere ciò che è vero da ciò
che non lo è e quindi permetterci di non creare false convinzioni. Per questo si dice che i
mass-media provochino un knowledge gap, o
divario conoscitivo, per cui si creano differenze tra le persone che sono
stimolate a cercare di capire ciò che le circonda e quelle che si adagiano in
una visione superficiale della realtà.
Quindi coloro che possono trarre maggiore vantaggio dai
media sono quelle più acculturate, che hanno le capacità di scegliere le
informazioni più giuste e quindi difendersi da una visione manipolata della
società e dalla disinformazione. Ma allo stesso tempo non solo sono più libere
di leggere, ma anche di scrivere, perché, così come sono condizionate dalle
informazioni che provengono da Internet, nel modo di comportarsi, nello stile
di vita, lo sono anche nei modi di scrivere, poiché sono indotte a parlare di
ciò che interessa maggiormente la gente, a seguire il loro pensiero,
appunto influenzato dalla società
moderna, per avere riscontri positivi e di conseguenza anche dei guadagni.
Per ciò penso che la nostra cultura attuale sia molto
condizionata dalle nuove tecnologie e da Internet, che possono avere
caratteristiche positive e negative, ma è fondamentale una cultura personale
approfondita e, come riteneva il sociologo statunitense Mills, è necessario
essere capaci di distacco ed essere attenti all’invisibile. Per questo occorre
osservare i fatti in base al proprio pensiero e alla propria opinione e non considerare solo ciò che si riscontra facilmente con la visione
collettiva della società, ma appunto avere un proprio giudizio critico.
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